Purtroppo, nel settore dell’autotrasporto è sentire comune che, su oltre centomila aziende iscritte all’Albo Autotrasporto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, ve ne siano alcune che attuano comportamenti oltre i limiti di correttezza. In questi casi si evidenzia che la spinta a ricavare il massimo profitto da un lato e dall’altro costi sempre più alti da tenere sotto controllo fanno sì che si riduca la manutenzione dei mezzi, si ricorra a fornitori non in chiaro (per il carburante, per le coperture assicurative e altro) o si faccia pressione sugli autisti perché percorrano più chilometri o, ancora, svolgano turni non rispettosi dei regolamenti creando situazioni di rischio per gli altri utenti della strada. Di conseguenza non è raro che capiti una collisione fra automezzi, che non si versino i contributi ai dipendenti o si cada in altri illeciti fiscali magari attraverso la formula dell’esterovestizione che consiste nell’aprire una società di autotrasporto in un altro paese esercitando però l’attività in Italia allo scopo di frodare il fisco.

Transport Compliance Rating

«Si tratta di pratiche illecite che, quando si verificano, non solo mettono a repentaglio il brand del committente ma creano pericoli all’intera collettività e possono chiamare in causa anche il cliente se ritenuto corresponsabile dell’accaduto. Per questo è diventato essenziale non considerare il trasporto su gomma come una qualunque commodity, un costo da ridurre quanto possibile, ma come la fornitura di un servizio in partnership, valutando bene le caratteristiche dell’operatore logistico o del vettore a cui ci si affida», afferma Alessandro Ferri, presidente dell’Osservatorio Transport Compliance Rating nonché responsabile Trasporti e Dogane della Ferrero Industriale Italia. «Quello del trasporto e della logistica è un settore altamente competitivo nel quale, quando non si utilizzano strumenti di analisi come il TCR, si rischia di affidarsi ad aziende che, pur di acquisire clienti, in maniera analoga a quanto avviene in edilizia e agricoltura, offrono servizi e prodotti a tariffe non compatibili con i valori di mercato, a scapito di qualità, sicurezza e conformità alle norme vigenti», continua Ferri.

Che cosa fa punteggio

Una filiera di trasporto non affidabile può creare gravi ripercussioni all’intero sistema: per i committenti che sono esposti a possibili coinvolgimenti, per le aziende virtuose che sono costrette a competere in un mercato non trasparente e per noi tutti, cittadini, aziende e consumatori, che siamo esposti a danni economici e in termini di sicurezza, ambiente e competitività. «Crediamo nell’importanza di una relazione di collaborazione committente-vettore fondata sulla trasparenza e la conoscenza oggettiva di tutte le informazioni considerate potenziali fattori di rischio», prosegue il presidente dell’Osservatorio. Contribuisce al “punteggio” del TCR non solo la qualità della flotta messa in strada dall’autotrasportatore ma anche la sua organizzazione interna, la sua capacità di creare un vero e proprio ecosistema con committente e destinatario della merce.

Rischi e corresponsabilità

I camion Euro 6 rappresentano il top in termini di emissioni per un ridotto impatto sull’ambiente consentito dai propulsori endotermici di ultima generazione e perché sono dotati del cronotachigrafo digitale che non è possibile manomettere al contrario di quello analogico montato sugli Euro 3 che ancora possono circolare. Alterare i dati del cronotachigrafo significa non rispettare i limiti di velocità e gli orari di guida e riposo dei conducenti, comportamento che provoca rischi molto alti di incidente e di corresponsabilità del committente. Aggiunge Ferri: «Se un autista nell’andare in pensione si accorge che il proprio datore di lavoro non ha rispettato gli obblighi di legge con i versamenti contributivi, questo può rivalersi nei confronti del committente nel caso il rapporto di fornitura del servizio sia stato stabile nel tempo. Il committente potrà a sua volta rivalersi sull’autotrasportatore, se l’azienda è ancora attiva. In caso contrario rimarrà responsabile in solido verso l’autista.

Questo è ad esempio un rischio da evitare per un’azienda che ha un brand e una reputazione da difendere e riduce il risk management con i propri partner logistici».

I valori da condividere

Un buon voto a valle di un audit certifica che quell’impresa è presente sul mercato ed è trasparente nelle proprie procedure interne ed esterne. «Crediamo che la condivisione di valori quali l’etica aziendale e il rispetto dei lavoratori, la compliance, la qualità, la sicurezza stradale, l’eco-sostenibilità, la business continuity, la reputazione, la responsabilità sociale, il rispetto delle regole, sia il presupposto per una filiera resiliente e produttiva che rispetti tutti gli attori che fanno parte della produzione, del trasporto, della logistica e del commercio. Crediamo che favorire una concorrenza leale sia la base per un’economia davvero sostenibile, da un punto di vista economico e sociale, oltre che ambientale. Con benefici per tutti», commenta Ferri. L’Osservatorio TCR è un’associazione senza scopo di lucro che promuove e favorisce dunque la diffusione della cultura della compliance e della sostenibilità nel settore del trasporto e della logistica attraverso l’analisi e la valutazione di strutture e organizzazione societaria, utilizzo di tecnologie e sviluppo sostenibile. Tra le altre, svolge anche l’importante funzione di raccogliere dati, notizie, best practice sul settore a livello internazionale, permettendo un confronto diretto e un’analisi collegiale con i vari membri associati.

Per una scelta consapevole

Disporre di un processo di selezione e di qualifica dei fornitori dell’autotrasporto è insomma essenziale per evitare possibili rischi e coinvolgimenti, spesso anche inconsapevolmente. Tuttavia i fattori da prendere in considerazione sono molti. Acquisire le necessarie informazioni è costoso e non garantisce che i potenziali elementi di rischio siano sempre correttamente identificati e verificati. TCR, il primo modello di valutazione internazionale, equo e trasparente, espressamente dedicato al settore del trasporto e della logistica, attribuisce un preciso valore numerico (rating) alle aziende in funzione della conformità continua e duratura a requisiti, definiti in collaborazione con committenti e produttori, per una scelta consapevole del fornitore. L’assegnazione del rating avviene a cura di analisti esperti del settore trasporto e logistica indipendenti attraverso un audit.

(Dossier Autotrasporto LOGISTICA gennaio 2023)